Yoga è quella condizione nella quale l’uomo è unito a Dio. Le tecniche yoga formano una disciplina grazie alla quale l’uomo si sforza di
giungere a Dio. Secondo la concezione induista ogni tecnica praticata con assiduità e concentrazione può portare a quel livello superiore di coscienza che corrisponde alla condizione yoga.
Tradizionalmente le principali forme di Yoga sono quattro:
1. ricerca intellettiva spinta oltre i limiti mentali ordinari - Jnana Yoga
2. amore diretto verso Dio - Bhakti Yoga
3. concentrazione interiore - Raja Yoga
4. azione disinteressata fatta per amore verso il Divino - Karma Yoga
Anche se queste quattro forme di Yoga sono distinte le une dalle altre, non possono mai essere separate. Hatha Yoga è una parte dello
Yoga. Hatha Yoga, considerata inizialmente come complementare del Raja Yoga, ebbe presto una sua vita indipendente. Hatha Yoga o yoga del corpo fisico, nata all’interno del complesso delle filosofie
induiste, ebbe poi una sua vita, anche presso altri popoli, e gode oggi di pieno successo in Occidente, proprio perché ha lentamente staccato l’esercizio del corpo fisico dal resto della riflessione
che pure forma parte integrante dello Yoga. Tuttavia anche nel puro esercizio fisico, se è yoga, lo è in quanto mantiene una sua componente di esercizio della mente, che si ottiene attraverso il
controllo del respiro. Non è accettabile dunque un tipo di cosiddetto Hatha Yoga, che prescinda da questo tipo di esercizio, a meno di non voler spacciare un mero esercizio fisico, una sorta di
ginnastica dolce, per Yoga. E purtroppo questo accade in molti centri Yoga. Per raggiungere la meta della calma, secondo Patanjali, bisogna passare per otto stadi:
1. autodominio - jama
2. dovere religioso - nijama
3. posizioni - asana
4. controllo del prana - pranajama
5. dominio dei sensi - pratyakara
6. concentrazione (dominio della mente) - dharana
7. meditazione - dhjana
8. estasi - samadhi
JAMA autodominio
Consiste nella giustizia verso tutti i viventi e nei giusti rapporti: pietà, indulgenza, amore, inoffensività, non rubare, castità,
generosità, rifiuto dei doni.
NIJAMA dovere religioso
Purezza interiore ed esteriore del pensiero e delle azioni, rifuggire dalla lussuria, dalla sensualità, dalla vanità, uniformarsi ai
doveri religiosi della propria dottrina, amare
costantemente QUELLO\ il Dio, che ognuno ha maturato nella sua collocazione in quello spazio e in quel tempo.
ASANA posizioni
Dominio del corpo attraverso l’assunzione di utili asana
PRANAJAMA controllo del prana
Seguire i metodi della respirazione psichica e ritmica nelle sue tre fasi di ispirazione, ritenzione, espirazione.
PRATYAKARA dominio dei sensi
La volontà deve controllare i sensi staccarli dai loro oggetti abituarsi a trasmutarli in funzioni psichiche.
DHARANA concentrazione o dominio della mente
Mantenere la mente stabile e serena liberandola dagli influssi dei sensi, dai desideri, dalle emozioni.
Si sconsigliano gli altri due livelli agli occidentali, che non hanno una formazione sufficiente per gestirli:
DHJANA meditazione
Concentrare la mente su un oggetto di conoscenza. Eliminare ogni altro pensiero. Concentrarsi su Purusha o anima universale.
SAMADHI estasi o contemplazione trascendentale
I mistici di ogni tempi e di ogni terra conoscono questo stato di consapevolezza spirituale.
La mente non è l’anima, non è l’essenza. L’essenza o spirito Purusha è lo spirito e fra i suoi principi si trova la materia tattva e la
mente mana. Mana, la mente riceve le impressioni del mondo fenomenico tattva e ha la capacità di esprimere queste impressioni. Gli organi dei sensi producono tutte le percezioni del mondo esterno che
mana elabora in impressioni e che vengono controllate attraverso il dominio della mente. Il dominio della mente guida tutti gli organi dell’azione, dei sensi, delle emozioni e dell’immaginazione. I
primi tre livelli, jama, nijama e asana, sono dunque funzionali ad ottenere la prima fase di dominio della mente e delle sue funzioni. Prana è il principio universale e il pranajama serve a
controllare l’energia universale soprattutto nella sua forma di energia vitale, controllo dunque della vita. Il segreto del potere e della possibilità di dominare tutte le altre forme di prana
dipende soprattutto dal dominio dell’energia vitale, acquisto in modo completo e profondo.
Ma, prima di tutto dobbiamo dominare il prana che si manifesta nel nostro corpo e nella nostra mente. Da questo prana, piccola insenatura
del grande oceano che è il prana universale, dobbiamo cominciare a esercitare il nostro controllo sul prana, che si manifesta nel nostro corpo e nella nostra mente. Nel nostro corpo esiste anche una
forma più sottile di prana, oltre quella che si manifesta nella nostra vitalità fisica, si tratta del prana che si manifesta nell’energia nervosa e nella azione mentale. Hatha Yoga è adatto a tutti,
non è una religione e la sua pratica non esige né presuppone l’adesione a una particolare forma di dottrina o di filosofia. Potrebbe, in termini occidentali, essere considerato una forma di
disciplina psicosomatica. Pur essendo un insieme di tecniche, sarebbe un errore considerarla solo come una disciplina tecnica.
La meditazione è una tecnica per rilassare la mente dall’ingorgo dei pensieri, mantenendo una coscienza vigile. La meditazione ha lo scopo di
allontanarci per un certo tempo dal fiume di pensieri che scorre incessantemente nella nostra mente. Il turbinio dei pensieri costante ci lega al passato e al futuro, ed è costantemente accompagnato
da una serie di emozioni: preoccupazione, malinconia, illusione, disillusione, rabbia, paura, e quindi ci coinvolge profondamente. Questa incessante attività brucia energia e ci stanca, e può
portarci alla malattia, perché non siamo più in condizione di recuperare quello che consumiamo. Occorre dunque rallentare questa intensa attività mentale. Meditare è un modo per ancorarci al
presente, slegandoci dal passato e dal futuro, aiutando la mente a rallentare la sua intensa attività e a rilassarsi. Meditare è un modo per fissare la mente su un oggetto o una situazione o sulla
ripetizione di parole, allontanando così tutti gli altri pensieri. Meditare è un modo per ritornare al corpo, imparare a sentirlo, imparare a percepire l’automatismo del respiro, del battito
cardiaco, dei suoi movimenti, provando a scioglierne le tensioni, sbloccandolo dal suo costante stato di ipervigilanza e difesa.
La respirazione è il più grande atto vitale. Ѐ possibile vivere giorni interi senza mangiare, senza bere, senza dormire, è invece assolutamente
impossibile vivere senza respirare. Tutti i fenomeni vitali sono legati ai processi di ossidazione e di riduzione, senza l’elemento ossigeno non può esistere vita, senza respiro non c’è vita.
L’apporto di ossigeno è soltanto un aspetto collegato alla respirazione, in quanto l’atto respiratorio comprende anche l’emissione di CO2 (anidride carbonica). L’uomo deve imparare a respirare, per
ossigenare meglio il suo organismo, e questo è vero soprattutto oggi in Occidente, dove, per motivi di progressivo affaticamento, la respirazione è tendenzialmente contratta, a causa della rigidità
dell’arco diaframmatico. Dobbiamo poi imparare a respirare meglio, perché la qualità dell’aria che respiriamo è oggi scadente e invece di favorire l’accrescimento alla resistenza alla malattia, tende
piuttosto a favorire il contagio e a diminuire la resistenza alla malattia.